Da Pesaro a Fano

Lunghezza: 133 Km

Tempo di percorrenza: 2,5 h

Durata: 1 giorno

Il percorso si estende fra mare e colline.

Per chi lo desidera, Terra di Piloti e Motori fornisce assistenza sui pernotti in strutture ricettive convenzionate, comunicandolo la richiesta all’associazione in tempi congrui.

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Si parte dal mare passando per verdi colline e gole scavate dal fiume Candigliano, fino ad arrivare a luoghi di culto storici. Per questo itinerario consigliamo la partenza da Pesaro.  Iniziamo  salendo la strada Panoramica del Parco naturale Regionale del Monte San Bartolo, un’area naturale protetta della regione Marche, istituita nel 1994, situata a ridosso della costa adriatica. Arriviamo al Faro e poco oltre si puo’ godere uno splendido panorama sul mare. Ma Pesaro offre una vasta scelta culturale, si può iniziare camminando per il centro storico, dove si potranno visitare la casa natale del celebre compositore Gioacchino Rossini (ingresso libero) e il museo a lui dedicato dove vi sono esposte stampe, incisioni, litografie, ritratti, strumenti, caricature, documenti tra cui lettere e spartiti autografati, libretti originali. Nella stanza della musica sono ospitati un Forte-Piano, strumento tastiera costruito a Venezia nel 1809 e alcuni autografi del maestro. A Palazzo Mosca troviamo i musei civici, la prima sala ospita uno dei capolavori del Rinascimento: la Pala dell’incoronazione di Giovanni Bellini, nei pressi del museo, in via dell’Abbondanza, la Domus, un’area archeologica, esempio di abitazione signorile della prima età imperiale romana, grande impatto si ha con il percorso virtuale, un vero e proprio unicum nella Regione Marche. Molto interessante anche la Sinagoga situata nelle vicinanze esattamente in via delle scuole 23, nell’area in cui si estendeva il ghetto ebraico istituito nel 1632 esistevano due Sinagoghe collegate.

Un’altra eccellenza cittadina consisteva nel museo privato realizzato da Giancarlo MorbidelliIn uno spazio di circa 3000 metri quadrati erano esposte oltre 350 moto d’epoca e rare che costituivano una raccolta tra le più qualificate a livello mondiale, valorizzata da un allestimento di primordine. Nel 2020 gran parte della collezione è stata alienata dalla famiglia, Sono rimaste in Italia solo 71 motociclette acquistate dall’ASI poiché per la nostra legislazione sono considerate opere d’arte avendo più di 75 anni, per tanto non vendibili all’estero. Attualmente, la Collezione ASI-Morbidelli è esposta temporaneamente al Museo Officine Benelli, in Viale Mameli 22. in attesa di una definitiva collocazione, nelle intenzioni dovrebbe essere il nucleo fondante di un nuovo museo della motocicletta che dovrebbe nascere a Pesaro. La straordinaria storia dei sei fratelli Benelli viene narrata in una ambientazione unica nel suo genere grazie al fatto che le motociclette esposte sono state progettate e costruite proprio in quei locali.Un motivo in più per visitare il Museo Officine Benelli, arricchito da questa straordinaria collezione,  l’ultimo esempio di archeologia industriale a Pesaro, sede storica dell’Azienda metal-meccanica che ha contribuito a scrivere la storia della città.

Spostandosi di qualche km si arriverà in un luogo di culto per ogni  motociclista, Tavullia città di Valentino Rossi V46#, dove si potrà vedere il Ranch di Valentino Rossi e di visitare il V46# Fan Club. Oggi più che mai, dopo il ritiro del grande Campione, un appuntamento da non mancare

Percorsi circa 30 km si raggiunge Urbino, la tappa successiva. Posta sulle dolci colline del Montefeltro, città dalla storia millenaria dove si respira il Rinascimento, città di Raffaello. Urbino è un’opera d’arte dipinta a quattro mani dall’uomo e dalla natura, è un luogo magico testimone del passaggio fra Medioevo e Rinascimento. Dal centro storico di Urbino, tutelato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, prende forma il tour ricco di arte, il magnifico Palazzo Ducale, dove dimorò Federico da Montefeltro. Il palazzo, caratteristico per la facciata con i suoi torricini, è sede della Galleria Nazionale delle Marche, che conserva una delle più belle ed importanti collezioni d’arte del Rinascimento italiano. Sono presenti splendide opere di artisti quali Raffaello, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano e Melozzo da Forlì. Tra le stanze del palazzo, si cela un luogo meraviglioso e privato, dove Federico era solito passare del tempo: lo studiolo del duca che custodisce pregevoli stucchi sulla volta ed è rivestito nella fascia inferiore di legni intarsiati da Baccio Pontelli su disegni di Sandro Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante. A pochi passi vi troverete di fronte all’imponente Duomo. Negli anni 1474-1488, la Cattedrale di forme romanico-gotiche viene ricostruita dalle fondamenta, su disegno del senese Francesco di Giorgio Martini (1439-1501), secondo semplici ed eleganti moduli rinascimentali, ma completata solo tra il 1604 e il 1607, con la cupola ottagonale disegnata dall’urbinate Muzio Oddi (1539-1639) attendendosi al progetto martiniano. La Cattedrale ha una pianta a tre navate con una sobria decorazione neoclassica di paraste e capitelli, scandita dagli altari delle navate laterali che conservano tele di grande pregio storico-artistico, quali il Martirio di S. Sebastiano (1535-1612) e la S. Cecilia di Federico Barocci, da Raffaello. Passeggiate tra i vicoli della città e andate a visitare l’Oratorio di San Giovanni, dove è possibile ammirare un imponente ciclo d’affreschi, realizzati tra il 1415 e il 1416, dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche. Entrando in questo luogo sacro si rimane folgorati dalla potenza scenica degli affreschi e dal fulcro dell’opera: la crocifissione che copre la parete dell’abside. Inoltre l’Oratorio di San Giuseppe, dove è conservato il complesso scultoreo raffigurante la Natività di Cristo, realizzato da Federico Brandani artista di fama internazionale per i suoi stupendi stucchi. L’opera, realizzata tra il 1545 e il 1550, in tufo e pietra pomice ha una particolare collocazione, è conservata all’interno di una cappella rivestita interamente di tufo per ricreare il più possibile l’ambiente di una grotta. La Casa natale di Raffaello, costruita nel XV secolo venne acquistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi (1435 – 1494) umanista, poeta e pittore alla corte di Federico da Montefeltro, che vi organizzò la propria bottega dove Raffaello (1483-1520) apprese le prime nozioni di pittura. Dopo aver visitato i luoghi simbolo della città avrete sicuramente fame, è il momento di fare una tappa golosa! La Crescia, una specie di piadina che si accompagna col Salame di Montefeltro, il Prosciutto di Carpegna, il Pecorino di fossa e soprattutto la Caciotta, un pecorino D.O.P. con un buon bicchiere di vino marchigiano. Bontà che vi faranno leccare i baffi e vi daranno energia per continuare il viaggio!

Da Urbino si proseguirà per “ le Capute” una bella strada molto amata dai motociclisti per le sue tante curve in mezzo al verde, che vi porterà al Urbania, conosciuta fino al 1636 con il nome di Casteldurante, cambiò la propria denominazione in quella attuale in onore di papa Urbano VIII dopo esser stata elevata a città e diocesi.Tra gli edifici di architettura religiosa, da non perdere la Chiesa di San Francesco, bell’esempio di barocco marchigiano, la Chiesa dei Morti, che conserva numerose mummie naturali di persone decedute nel Medioevo e nel Rinascimento

Proseguendo si arriverà ad Acqualagna, definita a livello nazionale, la Capitale del Tartufo, vista la sua importanza riconosciuta durante tutto l’anno per i vari eventi dedicati e per la tradizione plurisecolare di ricerca, produzione e commercializzazione del tubero più famoso di tutti i tempi. Vi consigliamo di fermarvi  qui per il pranzo dove potrete gustare piatti tipici con il tartufo, accompagnati da ottimi vini locali.

Gola del Furlo, nella confluenza del torrente Burano, una terra circondata da natura incontaminata e da uno scenario incantevole per gli occhi del visitatore che viene a scoprirla. La posizione di Acqualagna è strategica perché offre ai suoi ospiti la vicinanza ai monti più alti della zona: il Catria ed il Nerone. Merita attenzione un piccolo antiquarium che porta il nome di Pitinum Mergens, la città romana che sorgeva 4 km ad ovest nei pressi del fiume Candigliano, distrutta e abbandonata tra il V e il VI secolo. In località Colombara di Acqualagna, è stata individuata e scavata una villa rustica, edificata agli inizi del II secolo a.C. con una piccola parte ricostruita in epoca imperiale. Il sito archeologico, individuato in corrispondenza di un luogo leggermente rialzato ove è ancora presente una sorgente perenne. La villa, a pianta rettangolare, è costituita da ambienti disposti attorno ad un cortile centrale. Le strutture murarie sono costituite da filari di blocchetti di pietra locale, messi in opera con una certa regolarità. Al suo interno sono stati rinvenuti, ancora intatti, oggetti d’uso e vasellame a vernice nera, derrate agricole carbonizzate, nonché attrezzi agricoli e finimenti, attualmente conservati nel suddetto Museo Archeologico Pitinum Mergens di Acqualagna che espone anche il plastico ricostruttivo della villa romana.

Proseguiremo ancora si arriverà al Beato Sante, dove chi vorrà, potrà visitare il suo Santuario, costruito dai Frati Francescani nel 1200 quando ancora era in vita , venne distrutto durante le invasioni Napoleoniche e, venne riportato al suo antico splendore nel 1908 e ritornò ad essere abitato dai Frati Francescani. Da allora è luogo di culto visitato da migliaia di fedeli e di turisti ogni  anno.

Ripartiremo verso la nostra ultima destinazione, Fano,  dove chi vorrà avrà la possibilità di visitare vari siti culturali come Museo Archeologico/Pinacoteca a Palazzo Malatestiano oppure godere di un bel bagno nelle acque del Mar Adriatico che anche quest’anno si è guadagnato la bandiera blu.
A conclusione del tour e magari dopo un bel bagno in mare e un po’ di sole vi consigliamo di cenare nel lungo mare di Fano dove potrete gustare dell’ottimo pesce locale e pietanze caratteristiche come il “Brodetto fanese” e per concludere il caffè del pescatore la “Moretta”.

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