Da Fano a San Benedetto del Tronto
Lunghezza: 381 Km
Tempo di percorrenza: 6,50 h
Durata: 2 giorni
Il percorso si estende fra mare e colline.
Per chi lo desidera, Terra di Piloti e Motori fornisce assistenza sui pernotti in strutture ricettive convenzionate, comunicandolo la richiesta all’associazione in tempi congrui.
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Tappa per tappa
La partenza è prevista a Fano da Porta Maggiore alle ore 9.30, ai partecipanti verrà consegnato il “Welcome Kit” di Terra di Piloti e Motori, che comprende uno zaino, T-shirt, adesivi e mappa dei 13 moto giri nella regione Marche.
Fano, denominata, ancora oggi “Città della Fortuna”, località balneare e bandiera blu, caratteristica per la sua spiaggia di sassi, “Sassonia”. Cittadina di epoca romana, possiamo ammirare le mura antiche e l’Arco d’Augusto, la Fano sotterranea. Palazzo Malatestiano, edificato nella prima metà del 400 che ospita il Museo archeologico e la Pinacoteca con reperti preistorici, romani e collezioni di pitture di scuola locale fino all’arte contemporanea. L’ex Chiesa di San Francesco è una delle bellezze artistiche più interessanti e suggestive della cittadina, anche per la sua caratteristica unica di essere priva di tetto e il suo pavimento è un prato d’erba. Nel sottoportico sono visibili le tombe della famiglia Malatesta, signori di Fano nel periodo medievale.
Percorrendo una strada con piacevoli curve fra colline e borghi attraverseremo Mombaroccio, Montegiano, Fontecorniale, Monteguiduccio, Scotaneto, Isola del Piano fino ad arrivare a Fossombrone
Spostandosi ancora verso l’interno marchigiano si arriva ad Acqualagna, famoso sito nazionale per la produzione spontanea del Tartufo Bianco Pregiato, occasione ideale per fare la sosta pranzo e gustare i prodotti tipici accompagnati da ottimi vini locali.
Si prosegue alla volta del Passo del Furlo. Nei tempi più remoti il suo nome era Saxa Intercisa ovvero Pietra Spaccata o anche Sasso Rotto, in seguito prese la denominazione di Petra Pertusa cioè Pietra Forata. luogo incantevole, una gola fra le montagne incisa anche grazie alla presenza di fratture e faglie attraversata dal fiume Candigliano, con la sua acqua di un intenso verde smeraldo, accompagna il motociclista per quasi tutto il passo. Le formazioni rocciose del Giurassico che affiorano ampiamente nella Gola del Furlo e nel Bosso sono ricche di Ammoniti, Molluschi Cefalopodi a conchiglia ritorta e variamente ornata che ebbero un’eccezionale diffusione nei mari del Mesozoico, da 225 a 65 milioni di anni fa. La specie che caratterizza la Riserva è indubbiamente l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), presente con una coppia fin da tempi storici; la sua regolare nidificazione sulle pareti del M. Paganuccio e la frequentazione dei pascoli sommitali ne ha fatto un simbolo per l’area protetta. Interessante e piacevole sarebbe fermarsi per una breve sosta e immortalare le particolarità paesaggistiche offerte.
A Cagli, meta successiva, graziosa cittadina ricca di monumenti, posta lungo l’antica via Flaminia famosa anch’essa per la presenza del Tartufo Bianco Pregiato. Del periodo medievale restano la chiesa di S. Francesco e la chiesa di S. Domenico, entrambe con interni ad aule arricchite di tele a affreschi. Fra gli edifici civili vanno almeno citati il quattrocentesco Palazzo Preziosi-Brancaleoni e il cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, oltre all’ottocentesco Teatro Comunale con ricca sala a palchetti, raffinato esempio di “teatro all’italiana”, inaugurato nel lontano 1878. Monumento romano di grande rilevanza è il Ponte Mallio sul torrente Bosso, il Torrione Martiniano che fa parte di un importante sistema di fortificazione, progettato dall’architetto senese Francesco Di Giorgio Martini su commissione del Duca Federico da Montefeltro.
Ancora piacevoli curve procedendo verso Pergola, cittadina che è stata inserita tra i Borghi più belli d’Italia, territorio in equilibrio tra montagna e mare. Fa parte di un territorio, la Val Cesano, che ha ospitato insediamenti sin dalla preistoria e tracce lasciate successivamente dagli etruschi e dai celtici. Da vedere il museo dei Bronzi Dorati che conserva una testimonianza storica unica e originale: un gruppo di bronzo dorato risalente all’età romana che rappresenta una famiglia con due figure femminili, dei cavalieri e dei cavalli riccamente decorati. Se volete potete visaitare il Duomo, del 1285, in stile romanico e neoclassico. e la Chiesa dei Re Magi che prende il nome da una tela del Pisano, la chiesa di Santa Maria delle Tinte, costruita nel XVIII secolo, dalla sua stranissima forma “a tempietto”, trionfo di stucchi e gessi, la si può scorgere, dall’alto di un grande balcone (ciò che rimane delle mura di cinta) con vista sui vecchi lavatoi, sugli orti e sui giardini delle case di sotto, e soprattutto accanto al placido fiume Cesano, scendere magari dalle Scalette, per andare a vederla da vicino. E’ consigliata una sosta per degustare prodotti tipici locali.
A Sassoferrato, borgo di origini romane, si possono visitare il museo comunale della Miniera di Zolfo di Cabernardi, l’Abbazia di Santa Croce di Sentinum e il Parco archeologico. Tra gli scavi è possibile individuare strade romane, resti delle terme, mosaici, epigrafi ed è ritenuto uno dei siti archeologici più rilevanti delle Marche. L’importanza di Sentinum, citata in tutti i libri di storia è legata ad una battaglia che cambiò le sorti e segnò il percorso inarrestabile dei Romani nel 295 a.C.
Da Sassoferrato, proseguendo per Fossato di Vico, Casacastalda, San Gregorio, Patrignano, Palazzo arriviviamo ad Assisi, Del passaggio di San Francesco (patrono d’Italia) e Santa Chiara restano chiese piccole e grandi, luoghi miracolosi, cripte che attirano ogni anno migliaia di fedeli. Oltre ai luoghi religiosi in cui hanno lasciato i loro capolavori Giotto e Simone Martini, Assisi ha una bella Rocca, una ricca Pinacoteca Civica, uno straordinario Tempio della Minerva e una scenografica Piazza del Comune. Poi siamo in Umbria, quindi c’è una grande tradizione di ospitalità e una gastronomia con prodotti di eccellenza. Ci sembrano motivi sufficienti per pensare ad una visita nella cittadina umbra che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del mondo: A 4 km dal centro di Assisi si trova la seconda chiesa di Assisi legata a San Francesco. A 4 km dal centro di Assisi si trova la seconda chiesa di Assisi legata a San Francesco: è la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, la piccola chiesetta ospitata nella Basilica in cui San Francesco compose il Cantico delle Creature costruita per inglobare e quindi proteggere alcuni luoghi emblematici nella vita del Santo. Qui ha la visione in cui Gesù gli conferisce l’Indulgenza conosciuta come “Indulgenza della Porziuncola” o “Perdono di Assisi”. Un luogo simbolico pieno di fascino: il Roseto con le rose in cui San Francesco si rotola per combattere contro il dubbio e la tentazione. Secondo il racconto, le piante a contatto con il corpo del santo perdono le spine dando origine alla “Rosa Canina Assisiensis“, che ancora oggi continua a fiorire solo alla Porziuncola e il Transito, un vano in pietra in cui si trovava l’infermeria del convento, dove San Francesco passò gli ultimi giorni della sua vita.
Dopo una giornata ricca e intensa di emozioni, si puo’ pernottare in zona, stante le numerose sistemazioni disponibili.
Il nostro viaggio prosegue attraversando Rivotorto, Spello, oltrepassiamo Foligno, fino ad arrivare ai comuni di Colfiorito e Ussita e Visso, zone tristemente colpite dal Terremoto del 2016 nelle quali è ancora evidente la devastazione. Siamo nel cuore dei Monti Sibillini, il quarto massiccio montuoso per altezza dell’Appennino, costituiti prevalentemente da rocce calcaree, formatesi sui fondali di mari caldi, presentano cime che superano frequentemente i 2.000 m di altitudine, come la maggiore del gruppo, il monte Vettore (2.476 m s.l.m.), il Pizzo della Regina (o monte Priora), il monte Bove e il monte Sibilla. A cavallo tra Marche e Abruzzo, ospita l’omonimo Parco Nazionale,
Ancora tante curve ai piedi del Monte Vettore, verso Castelluccio per addentrarci tra Marche e Umbria, dove si puo’ ammirare il Pian Grande dai mille colori nel periodo della fioritura delle lenticchie, e da qui raggiungere il Lago di Gerosa, un bacino artificiale che sorge a 650 mt. s.l.m. alimentato principalmente dal fiume Aso che dalle pendici del monte scende giù fino all’Adriatico. Manifestazioni di canoa, vela e pesca sono organizzate frequentemente poiché le dimensioni generose si prestano per ospitare queste attività. Molto apprezzato anche durante il periodo estivo per via delle sue spiaggette che diventano meta di turisti che qui vengono a godersi giornate in relax, buon sole e spettacolari vedute. Una sosta è d’obbligo per ammirare e immortalare la bellezza del luogo.
Continuando in direzione di Ilice arriviamo a Comunanza. Di origini romane, Comunanza sorge lungo il fiume Aso. Scavi archeologici, in prossimità di Colle Terme, dimostrano che il sito fu abitato già in epoca romana con la presenza di stabilimenti termali. Passando dalle montagne alla costa ci dirigiamo verso Cupra Marittima. La cittadina appartiene al comprensorio della Riviera delle Palme del basso litorale marchigiano. Alle spalle della marina, il paese propriamente detto, si trovano tre colline: Sant’Andrea con l’omonima rocca, recentemente ristrutturata, Marano con l’incasato medievale, che costituisce il nucleo principale del paese, e Boccabianca. Significativa è la Piazza della Libertà, che conserva ancora fedelmente l’assetto che le conferì alla fine dell’Ottocento l’architetto Vespignani, con l’imponente scalinata ad ovest, in funzione di contrafforte della sovrastante chiesa dedicata ai Santi Basso e Margherita. Grazie al progetto del Sacconi è stata invece realizzata l’elegante torretta dell’orologio che campeggia sul palazzo comunale.
A pochi chilometri da Cupramarittima, sulla statale 16 Adriatica si trova San Benedetto del Tronto, ultima tappa del tour. Affacciata sul Mar Adriatico, la tranquilla cittadina marchigiana è diventata un vero e proprio polo turistico che attira ogni anno moltissimi visitatori grazie al clima mite, l’ospitalità genuina, il buon cibo e tante bellezze storiche ed artistiche disseminate sul territorio. San Benedetto del Tronto è anche la vera anima della Riviera della Palme, tra i viali e i giardini della città il lungomare cittadino è una vera oasi di tranquillità e benessere, poi la spiaggia, lunghissima, bandiera blu ininterrottamente dal 1999, il porto peschereccio più importante dell’Adriatico e la tradizione culinaria marinara che si esalta con il celebre brodetto alla sambenedettese, oltre ad essere un grande contenitore di storia, cultura e tradizioni, un luogo da visitare, gustare e tenere nel cuore, dove passare l’ultima serata e cenare in un locale tipico e gustare i prodotti del luogo.
Qui si possono visitare il Museo della civiltà marinara delle Marche, che è situato nel complesso del Mercato Ittico sanbenedettese e va ad aggiungersi ai già esistenti Museo Ittico e Museo delle Anfore dando vita al “Polo Museale del Mare”. Ultima sezione del polo museale è l’Antiquarium Tifernum che raccoglie numerosi reperti archeologici recuperati nel corso degl’anni dall’Archeoclub locale, e documenti antichi che narrano la storia di San Benedetto del Tronto e dei comuni limitrofi dal Neolitico fino al millequattrocento. Centocinquanta scalini e siamo arrivati sulla Terrazza del Faro, una “scalata” che vale la pena fare; dall’alto si può ammirare tutta la città e il panorama circostante. Questo faro è il più importante e il più potente del tratto di costa che va da Ancona a Ortona, domina tutto dall’alto dei suoi 31 metri: una torre cilindrica che si staglia verso il cielo e proietta raggi di luce bianca fino a 32 miglia nautiche